May 18, 2024

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Che cosa e' successo? La stanza del figlio. Ovvero della riceca di Bissoultanov - 18 maggio 2024.

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Che cosa e' successo? La stanza del figlio. Ovvero della riceca di Bissoultanov - 18 maggio 2024.
Cosa è successo
Che cosa e' successo? La stanza del figlio. Ovvero della riceca di Bissoultanov - 18 maggio 2024.

May 18 2024 | 00:21:24

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Show Notes

COSA È SUCCESSO? Storie e voci per capire quello che accade. di Raffaele Palumbo UN PODCAST DI CONTRORADIO. Il Podcast di Controradio “Cosa è successo?” è ascoltabile il sabato alle 13:15, in replica la domenica alle 17:10 sulle frequenze di Controradio (93.6, 98.9, DAB+), in streaming su controradio.it, sulla app CONTRORADIO e su SPOTIFY. In questa puntata: LA STANZA DEL FIGLIO. OVVERO DELLA RICERCA DI BISSOULTANOV. Sono passati sette anni dalla barbara uccisione di Niccolò Ciatti, in vacanza con i suoi amici a Lloret de Mar in Spagna. Discoteca Santrop. Rossoul Bissoultanov pestò Niccolò fino a farlo morire. Venne arrestato, rilasciato, […]
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Episode Transcript

[00:00:04] Speaker A: Cosa è successo? [00:00:21] Speaker B: Il padre di Nicolò, il ragazzo assassinato sette anni fa in Spagna, la vicenda giudiziaria si è conclusa, ma con amarezza. L'assassino è, sì, stato condannato definitivamente, ma è ancora latitante. Ieri la Corte di Cassazione ha confermato i 23 anni di carcere per Rasul Bisoltanov, il ceceno esperto di arti marziali che aveva ucciso a botte il giovane toscano in vacanza in Spagna, in una discoteca di Loret del Mar, nell'agosto del 2017. Diventa così definitiva la sentenza emessa lo scorso luglio dalla Corte d'Assise di Appello di Roma, che aveva confermato la condanna di primo grado per un omicida che è ancora incredibilmente a piede libero e introvabile, dopo una serie di arresti e scarcerazioni. Bisultano finì in carcere infatti dopo il delitto, ma dopo meno di quattro anni fu rimesso in libertà. Quindi l'uomo lasciò la Spagna per essere nuovamente arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito è stradato in Italia. Nel dicembre del 2021 però la Corte d'Assise di Roma lo ha rimesso in libertà con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Troppo tardi, nel frattempo Bissultano verrà tornato in Spagna e, pur essendo stato condannato anche in quel paese, era riuscito a far perdere le proprie tracce. [00:01:53] Speaker A: Salve, buongiorno. [00:01:55] Speaker C: Ciao, ciao. [00:01:56] Speaker A: No, mi scusi, un secondo. Questo è di che esso il cimitero? [00:01:59] Speaker D: Sì. [00:02:00] Speaker A: Il di Colocciatti? [00:02:01] Speaker B: Ed è qui, guarda. [00:02:03] Speaker A: A dritto nella parte, qui c'è la parte nuova, sale subito fino in cima. [00:02:07] Speaker E: Qua c'è la cappella, a destra in prima fila. [00:02:22] Speaker A: Sono passati sette anni dalla barbara uccisione di Niccolò Ciatti, in vacanza con i suoi amici all'Horé de Mar in Spagna, discoteca Saint-Tropez. Dovevano esserci solo italiani e invece arrivarono dei ragazzi ceceni esperti nel menare le mani, venuti a divertirsi alla loro maniera. Rasoul Bissultanoff pestò Niccolò fino a farlo morire. Venne arrestato, rilasciato, arrestato di nuovo, condannato e poi liberato. I genitori di Nicolò vanno tutti i giorni al cimitero di Scandicci, Sant'Antonio, sulla tomba del figlio e niente cambierà il loro dolore. Però un po' di giustizia sì, quella vorrebbero averla e non solo loro. Doverrà subì Sultanov. Chi lo copre? Chi finanzia la sua latitanza? C'è qualcuno preposto che lo sta cercando? [00:03:11] Speaker C: Buongiorno amici. [00:03:15] Speaker A: E' una bella salita eh? [00:03:17] Speaker F: Eh vabbè, si ascende. Ciao, dai. [00:03:20] Speaker A: Ciao Luigi, come stai? Buongiorno. Ma voi venite qui tutti i giorni? [00:03:25] Speaker C: Noi veniamo tutti i giorni, sì. Io e mia moglie. Il nostro saluto al Niccolò è questo. Venire qua a Sant'Antonio e baciare quel marmo che ci divide dal Niccolò. Questo purtroppo è il saluto di noi genitori per un figlio che dal 12 agosto non c'è più. [00:03:50] Speaker F: Purtroppo è nel cuore di tante persone, anche se il dolore è nostro. [00:04:02] Speaker D: È. [00:04:02] Speaker F: Una cosa troppo dura, indescrivibile. [00:04:10] Speaker C: Il nostro percorso a livello giustizia è un percorso che è durato sette anni. Noi dal 12 agosto 2017 che purtroppo combattiamo per arrivare a avere una giustizia. Siamo arrivati il 16 di aprile di quest'anno, del 2024, ad avere quella che è una giustizia formale, definitiva, inappellabile da parte della giustizia italiana che ha stabilito che la condanna vera per Rassul Bisultano è di 23 anni ma purtroppo è una sentenza, una condanna virtuale, formale perché lui è latitante da oltre un anno e mezzo e quindi noi chiediamo, ci appelliamo a quelle che sono le nostre istituzioni, i nostri servizi affinché venga cercato, venga preso e sconti la sua pena non da cittadino libero ma da carcerato come quello che deve essere per chi commette un crimine così assurdo e orrendo come quello che lui ha fatto al nostro figlio Niccolò. [00:05:20] Speaker A: Gli spagnoli hanno fatto il loro giochetti perché hanno paura di rovinare il turismo. [00:05:25] Speaker F: Certo, loro in sostanza non hanno fatto niente, dovevano entrare per la sera dovevano fare il proprio lavoro, cosa che non hanno fatto e noi ci troviamo in questa maniera anche perché lui appunto come diceva Luigi è un anno e mezzo che è scappato e secondo noi nessuno ha fatto niente anche perché lui ha i genitori, i fratelli quindi è da lì che dovevano partire a fare le cose e invece secondo noi non hanno fatto niente perché non è possibile che ancora in un anno e mezzo non l'abbiano trovato. Perché non l'hanno cercato, secondo noi non l'hanno proprio cercato. Speriamo ora che inizino veramente a fare le cose con serietà perché almeno questo, ci rimane altro che questo e basta. [00:06:16] Speaker A: E comunque c'è una comunità che non dimentica. [00:06:19] Speaker F: Certo, sì sì. Ed è quello che probabilmente ci ha fatto anche andare un po' avanti per il discorso processo unitario eccetera. però devono in tutte le maniere iniziare a fare le cose con serietà, non come sono state fatte fino ad ora. A noi cerchiamo la giustizia ma a noi rimane questo dolore. di Niccolò, che noi pensiamo sempre che da un momento all'altro Niccolò risorni e basta, anche se siamo qui tutti i giorni. [00:07:08] Speaker A: Sandro Fallani, sindaco di Scandici fino al giugno del 2024, ricorda così quella drammatica notte. permesso? Buongiorno sindaco. [00:07:21] Speaker E: Buongiorno a lei. Certo me lo ricordo perfettamente era poche ore prima di Ferragosto ero praticamente quasi in vacanza con la famiglia e arrivò di rimbalzo questa notizia che aveva contorni indefiniti e poi dopo poco tempo capimo che era vera. Ci fu un grande sussulto in città. Una grande ondata emotiva che fu incanalata bene sia da parte della parrocchia di di Casellina e noi organizziamo subito furono ore frenetiche e drammatiche, sia il rientro della Salma che l'organizzazione del funerale, tutti gli atti fatti per darsi l'autorizzazione, vi ricordo che la notte fu fatta una all'aeroporto di Roma, se ne occuparono tutti i giornali, insomma fu un momento veramente molto duro, forse un momento da un punto di vista organizzativo di tensione emotiva fra i più alti di questi dieci anni. [00:08:22] Speaker A: Andrei alla Cagnina, quella notte era lì, amico di Niccolò Ciatti, è stato tra le persone che lo hanno fisicamente portato via dal luogo del pestaggio per cercare di portarlo in un luogo di prima assistenza. [00:08:35] Speaker D: Sì, quella serata lì ha cambiato la nostra vita, la mia e quella dei ragazzi che erano con noi, gli amici di Niccolò. Noi pensavamo di andare lì, soprattutto divertirci come, come le altre, come le precedenti vacanze insieme, invece cioè pensi Ma lì vi siete confrontati con persone che passano le giornate in palestra e vanno in giro. [00:09:09] Speaker A: Per il gusto di menare le mani, praticamente. [00:09:12] Speaker D: Ma a quanto pare sì. Poi lì, sai, tanta gente va lì appunto per divertirsi, quindi magari sì, c'è sono persone magari con una certa fisicità, una certa statura, però non pensi che vengano lì, cioè, o magari abbino questa intenzione, oppure questa cattiveria durante proprio una festa, alla fine. Niccolò Era un ragazzo come tutti, si svegliava presto la mattina alle 4-5, andava al banco al mercato di San Lorenzo a lavorare con la sua zia. [00:09:49] Speaker C: E. [00:09:49] Speaker D: Poi tornava nel pomeriggio presto e poi magari ci si vedeva in giornata nel pomeriggio tardo, tipo l'orario dell'aperitivo magari però a quell'età magari ancora non era proprio aperitivo, però insomma ci si vedeva. Si stava un po' insieme, si faceva una giratina e magari o sennò la sera a cena fuori o il sabato a ballare, insomma. Si stava insieme, io lo conosco, si andava insieme all'alimentare. Eravamo piccoli, avevamo sei, otto anni, sai. Ci siamo ritrovati in questo gruppo di amici e con qualcuno aveva legato tanto. Con qualche ragazzo di noi, sì. [00:10:28] Speaker A: Sì, ma ora dov'è Rasul Bessultanov? [00:10:32] Speaker D: Penso che comunque qualcuno lo sappia, anche perché già il fatto è lui era lì al processo. E poi... cioè... e si è ripresentato poi magari lì al processo l'avvocato con lui... cioè con... e lui non ci fosse durante... quando gli dovevano dare... cos'è? La hondan? Cioè dovevano dargli la quantità degli anni da scontare, lui non c'era. Qualcuno sicuramente lo sape... cioè lo sa dove... Però, diciamo, non interessa. Anche la famiglia, la famiglia non lo sa. La famiglia, magari, non lo so come funzionano queste cose, però qualcuno non sa per dove sia, è molto improbabile. Qualcuno lo sa. Sicuramente qualcuno per qualche interesse personale, qualche turnout. ce lo deve pure avere cioè in questo mondo non si fa niente per poi queste cose prima di tutto su questo su questo caso secondo me però Però non... cioè, questo io non... sono magari solo pensieri di una persona che ha perso un amico e... e forse anche ha cambiato la vita. Però non... ti ho detto queste cose, io non le so. L'unica... alla fine non... cioè, non ci ho mai pensato a questa cosa, perché a questo punto... cioè, sapere dove è e dove non è... cioè, va bene, ma anche se lo prendessero. Cioè, a noi, a me. Cosa può a Niccolò? Giustamente dovrà scontare la sua pena, però questo non sono io che devo giudicarlo. C'è stato un giudice, c'è stato un processo e tutto. A noi quello che ci preme è che nessuno mai ci riderà Niccolò e alla famiglia uguale. [00:12:20] Speaker E: Oggi c'è un'ingiustizia europea. Noi dobbiamo riflettere sul senso dell'Europa dove darsi regole comuni non significa soltanto essere schiavi o liberi pensatori di regole legate solo al mondo economico o quello più importante. Ci sono delle regole importanti anche di giustizia. Chiaramente è stata una mancanza di collegamento ordinamentale fra la Spagna e l'Italia che ha permesso alla persona, evidentemente ha commesso un omicidio, di poter pagare per il suo gesto. E questo è scorretto perché si sta creando fra cittadini della stessa Unione Europea delle ingiustizie profonde. Quindi mi sento di sostenere l'appello della famiglia affinché vi sia nel processo penale, ma più in generale anche nelle regole di procedura civile, uguaglianza tra i 27 paesi europei. [00:13:19] Speaker A: Sì, ma ora dov'è Rasul Bissultanov? Stefano Brogioni della Nazione venne inviato dal suo giornale subito nell'agosto del 2017 a cercare la provenienza di Bissultanov, di nascita a Ceceno, nazionalità russa, in Spagna, la famiglia e una parte della sua vita nella periferia di Strasburgo ed è lì che Stefano Brogioni è andato. [00:13:46] Speaker G: Quando forse ha capito che per lui sarebbe concluso prima il processo italiano e quindi sarebbe stata una condanna più pesante dove quali siano stati i passaggi, cosa abbia fatto il sultano dopo che ha fatto prendere le sue braccia, non è dato a saperlo, potrebbe essere ancora in Spagna, potrebbe essere tornato C'è in corso un conflitto tra Russia e Ucraina e abbiamo visto che ci sono anche soldati mercenari. Quello potrebbe essere un contesto in cui nessuno lo cercherebbe e magari potrebbe anche riuscire a procurarsi una nuova identità. Questa ovviamente è una mia ipotesi, non mi è succegata da niente, però io provo a immaginarmi anche che Vita possa fare un soggetto che non ha perlomeno non risultava avere grosse risorse finanziarie, perché una latitanta costa, servono una struttura, servono appoggi, servono modi di restare nascosti, ma al tempo stesso di vivere. Ora non magari nel nostro immaginario pensiamo alle latitante di Inadi o di Messina Denaro, ma a qualche misura comunque delle analogie ci possono essere, perché serve. [00:15:14] Speaker H: Una. [00:15:14] Speaker G: Struttura che... che ti aiuti. questo si trova in una comunità cecena. La comunità cecena a tal punto sì, è una periferia molto anonima, fatta di palazzoni dove non si sa neanche chi abiti nell'appartamento accanto, è in realtà molto alienante. Io peraltro venne inviato nel mio giornale nell'estate del 2007, dopo che che purtroppo è successa la tragedia di Niccolò. Però vorrei sperare che i familiari siano monitorati, visto che comunque Vissultano è inserito nel sito dell'Interpol come uno dei ricercati alle giudizie internazionali, quindi voglio pensare che un minimo di attività ci sia in ordine, insomma, al fatto che si deve assicurare alla giustizia un assassino condannato a 30 anni di galera. [00:16:19] Speaker A: Sì, ma ora dov'è Rasul B. Sultanov? Rasul B. Sultanov è stato un atleta professionista di arti marziali, aveva partecipato a diversi tornei, aveva precedenti penali e aveva chiesto asilo politico a Strasburgo, in Francia, dopo l'esplosione del conflitto tra Cecenia e Russia. Il quartiere dove risiedono i familiari è una roccaforte cecena, praticamente inavvicinabile. Questo è il ricordo di Francesca Paci all'epoca inviata della stampa. [00:16:50] Speaker H: Andiamo a cercare il malessere che poteva essere nelle periferie e quindi lì i cronisti andarono a cercare le radici di quell'odio e di quella rabbia. Mi ricordo che all'epoca, ma è una sua teoria che ha sempre avuto, e che continua ad avere anche adesso che quell'emergenza non è sentita come prioritaria, uno studioso come Olivier Rouat che sosteneva che quel disagio non fosse legato all'islamismo, ma invece a un disagio tutto sociale, culturale, politico. dove l'andare in moschea, che poi significava generalmente non necessariamente la moschea ufficiale, ma anche le tante sale di preghiera ricavate qua e là, diventava una specie di catalizzatore, non essendoci niente da fare, non essendoci un'identità condivisa con il resto del paese, con il resto della città, diventava quello. Poi le cose sono molto cambiate. [00:18:03] Speaker C: Credo che il senso di un cittadino italiano, che è un cittadino europeo, debba valere in questi casi, perché noi diamo asilo politico a tante persone. Abbiamo dato asilo politico a Rasool Bisultano, ai suoi complici. Quindi chiediamo che queste autorità europee, che sono la rappresentanza totale di noi cittadini, anche italiani, a questo punto ci aiutino anche a fare quello che è il senso vero della giustizia, perché la condanna c'è stata, non è l'ergastolo che noi ci aspettavamo, ma sono vittime. [00:18:41] Speaker A: Altro mistero per la verità. [00:18:43] Speaker C: Altro mistero perché non sono state riconosciute le aggravanti, per cui già questo ci risulta abbastanza difficile da comprendere. Però sono 23 anni e questi 23 anni lui li dovrebbe scontare in carcere. Ha fatto una carcerazione preventiva di tre anni e otto mesi in Spagna perché la Spagna ha fatto di tutto per creare difficoltà per fare un processo perché c'era tutto il tempo che si voleva per poter organizzare e arrivare a una condanna anche solo spagnola ma una condanna vera, non una condanna per omicidio volontario aggravato, riconosciuto con un giudice che su una richiesta di un Pubblico Ministero di 24 anni e 9 anni di libertà vigilata gli dà il minimo della pena di 15 e non solo lo lascia libero un mese in modo tale possa organizzarsi per la fuga ed è quello che ha fatto. [00:19:37] Speaker A: Si parla soltanto di Bisultanov ma non è così? [00:19:40] Speaker F: No, non è così. Secondo noi doveva essere in carcere anche Magomado Mosvar anche perché noi guardando il video che si vede dalla discoteca che non è chiarissimo però per noi è molto chiaro quello che lui ha fatto. se lui non avesse preso Niccolò quando Niccolò stava andando in direzione dell'uscita, che sicuramente ne aveva prese tante, se l'avesse lasciato fare probabilmente non sarebbe successa questa cosa. [00:20:15] Speaker A: Invece è andato proprio assolto, addirittura. [00:20:18] Speaker F: È stato assolto e noi non abbiamo neanche potuto fare ricorso perché i nostri avvocati in Spagna ci hanno consigliato di non fare ricorso perché altrimenti innanzitutto loro dicevano che non gli avrebbero fatto mai po' mai niente a lui perché le leggi spagnoli sono differenti da quelle in Italia perché in Spagna la complicità non esiste mentre in Italia sì e quindi loro ci hanno consigliato di non fare ricorso anche perché ci si ritrovava a dover ripagare tutte le spese precessuali di lui e noi di spese ne abbiamo veramente tante, ma tante tante. Quindi abbiamo seguito le indicazioni di loro e invece abbiamo sbagliato, ci hanno fatto sbagliare, perché lui è colpevole quanto l'altro. [00:21:18] Speaker A: With impressions chosen from another time Time, time, from another time. [00:21:47] Speaker F: Certo, noi cerchiamo la giustizia ma a noi poi rimane questo dolore di Niccolò che noi pensiamo sempre che da un momento all'altro Niccolò ritorni e basta. [00:22:12] Speaker A: Cosa è successo?

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