November 18, 2023

00:16:29

Cosa è successo? - L’alluvione che sconvolge la piana di Firenze, Campi, Prato, Pistoia - 18 nov 2023

Hosted by

ondemand.controradio.it
Cosa è successo? - L’alluvione che sconvolge la piana di Firenze, Campi, Prato, Pistoia -  18 nov 2023
Cosa è successo
Cosa è successo? - L’alluvione che sconvolge la piana di Firenze, Campi, Prato, Pistoia - 18 nov 2023

Nov 18 2023 | 00:16:29

/

Show Notes

02 novembre 2023. L’alluvione che sconvolge la piana di Firenze, Campi, Prato, fino ad arrivare a Pistoia. Le testimonianze degli alluvionati e dei volontari, con un contributo del prof. Unifi in costruzioni idrauliche Giorgio Federici.
View Full Transcript

Episode Transcript

[00:00:07] Speaker A: Che cosa è successo? Storie e voci per capire quello che accade. [00:00:15] Speaker B: La prima cosa che ho visto e che ho detto è stato adesso che cosa faccio. [00:00:22] Speaker C: Più di due miliardi di danni, più della metà delle aziende colpite dall'alluvione già piegate dal Covid ferme. Un ministro che viene a vedere il disastro dell'alluvione della Piana per dire che il governo interverrà con tutta calma. La procura di Firenze che indaga sulle vittime di Livorno, Pistoia e Perato. Centinaia di persone rimaste senza casa, da Vajano a Capalle, da Figline di Prato alle altre frazioni dove domina ancora il fango. Otto i morti, la piana completamente allagata. [00:01:05] Speaker D: Sono Raffaele Palumbo e quello che state ascoltando è Cosa è successo? Storie e voci per capire quello che accade in onda sul controllo radio alle 13.45 e in replica la domenica alle 17.10. Lo trovate sulle applicazioni per ascoltare gratuitamente i podcast. Per questa prima puntata ci occuperemo dell'alluvione che ha colpito una parte importante della Toscana, tra cui la piana di Firenze e Campi Bisenzio e una parte del Pratese, una parte del Pistoriese, lo faremo con alcune testimonianze sul campo e un esperto che ci racconterà che cosa è accaduto, perché e cosa si potrà fare in futuro. [00:01:49] Speaker E: Siamo in via Bramante, a Montemurlo, Bagnolo, dove il fiume Bagnolo ha straripato e ha inondato le strade, portando via macchine, trasportandole in fondo alla discesa di questa via, fino a lagare ovunque, riempiendo tutti i garage, entrando nelle abitazioni, taverne e pianoterra, quindi alcune case nel pianoterra. Quindi un bel disastro e c'è tanto da fare. [00:02:33] Speaker D: Insieme alle testimonianze che ascolteremo tra poco sentiamo l'opinione su quanto è accaduto in questi giorni dal professor Giorgio Federici. Giorgio Federici è un professore emerito dell'Università degli Studi di Firenze, grande esperto di costruzioni ideoliche, di rischio ideolico e presidente del centro di documentazione alluvioni Firenze per capire appunto quale dinamica ha scatenato questo disastro. [00:03:00] Speaker F: Questo è un evento piuttosto raro in Italia, io personalmente non l'avevo mai visto in Italia in tanti anni, che si chiama linea di gruppo. Se si va su Wikipedia, giusto per i raccontatori, hai spiegato benissimo cosa succede. E lì su Wikipedia ci sono delle immagini che se confrontate con quelle del sito della protezione civile nazionale Radar, spiegano benissimo quello che è successo. Ci sono questi temporali in fila, in striscia, che francamente io di cui non ho memoria in Italia, è capitato a noi questo evento effettivamente piuttosto raro. Non posso dire se è necessario fare un cambiamento climatico o no, ma sicuramente il tipo di precipitazioni negli ultimi vent'anni della nostra regione sta cambiando. Per fare un confronto, qui bisogna andare al 1991 e 1992, all'uvione di Campi Visenzi. Nel 1992 alluvione di Poggio a Caiano, con precipitazioni diffuse tutto il mese di ottobre tipo alluvione di Firenze del 66, insomma piove per tanti giorni, i terreni sono saturi e di conseguenza. Sono stati due eventi, il 91 e il 92, che hanno allargato la stessa zona, prima un anno e poi l'altro. e che però erano precipitazioni diciamo classiche di incontro fra fronti freddi, fronti africani eccetera eccetera. Qui è successa più o meno una cosa simile, ma quello che è successo è innescato questo fenomeno temporale in fila e se si vede il radar della protezione civile, che chiunque può collegandosi al sito vedere, ci sono queste strisce che spiegano benissimo quello che è successo. [00:05:11] Speaker C: Sicuramente questo alluvione sarà ricordato come l'alluvione del volontariato spontaneo, volontariato non coordinato, ma che ha comunque rappresentato una risposta forte delle città, delle frazioni colpite da questi temporali in fila, come li raccontava Giorgio Federici. Sentiamo alcune testimonianze. [00:05:32] Speaker E: Fortunatamente con questo periodo di social siamo riusciti a fare passaparola però sicuramente non è facile. I pompieri, i vigili e quant'altro. [00:05:45] Speaker G: Non. [00:05:45] Speaker E: Sono potuti andare ovunque quindi ognuno ha fatto come poteva e ancora c'è tanto da fare anche se sicuramente abbiamo ricevuto veramente la mano di tanti amici, parenti, anche volontari, quindi è più uno sforzo volontario che sta facendo la differenza. [00:06:06] Speaker H: Questa è stata la cosa che ha fatto più impressione, cioè questa tragedia passare alla storia per questo aspetto solidaristico, spontaneo. [00:06:15] Speaker E: Speriamo. Questo sicuramente si è visto del buono nelle persone vicino, ma anche noi. Giusto ieri girava la news che stanno passando qui nella zona alluvionata mettendo degli avvisi comunali, finti avvisi comunali, ma in realtà sono persone che entrano in casa per rubare. c'è del buono e c'è del poco buono come dappertutto però sicuramente vedere tante persone che vengono a dare una mano in maniera spontanea veramente fa ritrovare quel Un aspetto veramente emozionante. [00:06:58] Speaker H: Vabbè, allargato il primo piano, il piano terra e fango in giardino, poi il parquet che si assalterà e questa situazione qui. Il primo sentimento è quello della disperazione eccetera. Poi c'è stato il momento dei volontari. Sì sì, le persone ci hanno aiutato tanto, sono venuti anche qui insomma. domenica anche persone rimaste fino a tardi che non si conoscevano che ha detto ma io non ho niente da fare sono sfortunato Ma sta venendo fuori una cosa interessante, cioè che il danno è stato fatto per il 10% dall'acqua, ma per il 90% dalla nostra incuria e incapacità. Voi una riflessione su questo l'avete fatto? Sì, dalla nostra incuria. Dalla nostra incuria inteso come magari gestione del comune, ecco perché noi... io i miei zombini a casa mia li pulisco, però quelli della strada non tocca a me. Però è stata una situazione particolare perché l'acqua era alta, i fiumi sono andati vasi tutti intorno a Bagnolos. [00:08:12] Speaker D: In realtà da molto tempo nelle zone di cui stiamo parlando queste alluvioni sono praticamente cicliche, trentennali fino a questo momento. Dall'anno prossimo vedremo che cosa possiamo e dobbiamo aspettarci. Da questo punto di vista abbiamo chiesto ancora un'opinione al professor Giorgio Federici, dopo ci sposteremo a Figline di Prato. [00:08:35] Speaker F: Bisogna anche ricordarsi che c'è un altro aspetto di ricorrenza delle alluvioni. Campi di Visenzo si è allagata nel 1926, in pari al 26 novembre o qualcosa del genere. Si è allagata nel 66, tutto allagato nel 66, tutta la piana. si è allargata nel 1991 e si è allargata ora. Di solito ogni trent'anni uno potrebbe anche dire che in fondo non è una novità che ogni trentina d'anni si allarghi i campi di Visenza. Questo è quello che io, con pochi dati che ho, perché non Bisogna rivolgersi ai responsabili dei dati e per fortuna noi abbiamo una protezione civile e un LAMMA che funzionano per quanto è possibile. L'altra cosa che secondo me è tutta da studiare è che la speranza che con i nuovi sistemi di motoraggio, di previsione delle precipitazioni si arrivi addirittura a quello che dicevo qualche anno fa arriveremo a prevedere l'allusione in Firenze una settimana prima in realtà non funziona perché i progressi sono indefiniti a un certo punto ci sono fatti tecnici e poi c'è da dire anche a cosa serve allarmi ravvicinati. [00:09:54] Speaker G: Siamo a Felline di Prato Qui abbiamo preso l'alluvione e per fortuna in questo punto dove siamo noi, all'altezza del 207, è andata abbastanza bene. Però più giù e più su è andata parecchio peggio. Scantinate allagate, mezze case da buttare via, tanta roba, tanti ricordi. È stato un bel casino. [00:10:21] Speaker H: Voi ve l'aspettavate una cosa del genere? [00:10:23] Speaker G: No, no, per niente. Io sei anni abito qui ma è da trent'anni che vengo qua a sua figlia e mai visto una cosa del genere. [00:10:31] Speaker I: Neanch'io, ci abito da 35 anni e. [00:10:35] Speaker H: Il paese è diventato fantasma. [00:10:38] Speaker I: C'è stato parecchi aiuti comunque da parte delle persone comuni, ci hanno aiutato tanto, si è creato anche tanti gruppi, c'è stato anche dei momenti di sdrammatizzazione perché bisogna tirarsi su. L'importante è che siamo tutti vivi. Io penso subito a stare bene, sinceramente. Sono viva, quindi mi ritengo fortunata. [00:11:08] Speaker H: Ma voi vi siete fatti un'idea di quello che è successo, nel senso che è una cosa strana. Cioè qui sembra che la natura abbia il 10% delle colpe e il 90% sia di altro. Voi che idea vi siete fatti? [00:11:23] Speaker G: Sicuramente quello sì, perché cambiare anche i corsi dei fiumi non è giusto, perché la natura ha il suo corso. Se gli cambi il suo corso, prima o poi lo riprende. [00:11:34] Speaker B: Io abito all'altezza della farmacia Fallania, numero 102 e lì praticamente avevamo tre fronti di acqua di cui uno veniva dall'alto sopra Figline, uno in direzione via Fonda e dalle case accanto a casa mia e praticamente io mi sono ritrovato ai piani alti insieme a mio nonno in camera mia in cui vedevo La situazione che stava degenerando e ad una certa ho visto macchine partire e lì mi sono impanicato sono sceso un attimo giù e mi sono ritrovato l'acqua che stava entrando in casa però lì l'ho fermato subito in casa però i garage tutto da buttare, ricordi, attrezzi che usava il mio nonno per fare gnameria che giusto appunto anche per far qualcosa è tutto da buttare via quindi Non sapevo nemmeno cosa dire e cosa fare. Cioè, ero rimasto scioccato e anche adesso sono scioccato per quello che ho visto. Cioè, mi sembra un incubo. Un incubo, ma poi mi sono reso conto che è la realtà, de fatti. [00:12:36] Speaker H: Però tanta gente non vi ha lasciati soli? [00:12:39] Speaker B: No, io devo ringraziare tutti i volontari, principalmente anche i ragazzi della mia età che sono venuti in soccorso. Infatti anche in casa mia ci siamo ritrovati in 40-45 persone a levare tutta la melma che c'era. questi due che ha intervistato prima sono stati anche loro a soccorrere quindi devo ringraziare tutti e non so come posso ricambiare il favore perché è stata una cosa che non mi aspettavo. L'essere uniti però questo essere uniti non ci dovrebbe essere solamente con le catastrofi ma dovrebbe esserci anche nella vita normale. [00:13:16] Speaker H: Voi che cosa vi aspettate adesso? Che arrivino dei fondi, che qualcuno vi aiuti? [00:13:23] Speaker G: Io spero che i fondi arrivino. [00:13:25] Speaker H: Lei risponde perché la signora sta ridendo. Io rido e basta. [00:13:28] Speaker I: No, io rido e basta perché tanto. [00:13:30] Speaker G: Ci sarebbe da spiegare. No, ma per le persone che veramente hanno perso tutto. Io mi ritengo fortunato che ha avuto poco e niente e spero che almeno qualche cosa gli venga ripagato. Ma dubito, dubito. [00:13:52] Speaker C: Ma allora, se queste alluvioni hanno delle ciclicità quasi prevedibili, ad esempio negli ultimi 25 anni, che cosa è stato fatto? Sentiamo Giorgio Federici. [00:14:04] Speaker F: Si pensi che il piano di bacino dell'Arno nel 1999, quando è stato fatto per la prima volta il piano straccio, prevedeva tantissime opere, casse d'espansione, alzare le dighe... soprattutto la Liga di Levani, di tutte le opere, l'anno prossimo è un quarto del secolo, di tutte le opere previste in quel piano, malgrado i finanziamenti del 2016 di Italia Sicura e anche altri della Regione ovviamente, perché ha contribuito la Regione a finanziare tutte queste opere. In 25 anni è stata realizzata una cassa d'espansione da 5 milioni di metri cubi, a quanto ho letto sui giornali un'altra sarà pronta l'anno prossimo di 3 milioni di metri cubi. Ora a Firenze l'autore Trebbacino di Larno dice che sono transitati 230-240 milioni di metri cubi, di cui 70 sono usciti a Firenze. Per esempio questa faccenda della Liga di Levane, che poteva essere costruita 40 anni fa, però nei confronti delle dighe c'era sempre, dopo il Vajont, difficile costruire le dighe in Italia, c'era la paura della diga, eccetera eccetera. Ma almeno la Liga di Levane poteva essere fatta negli anni 80, cioè è un intervento semplice, non so come dire. tempi di cantiere, secondo lei, nel due anni. Siamo ancora lì, ci sono i finanziamenti, il Consiglio Superiore dei Dovori pubblica la pratica eferma. In Italia è difficile fare tutte queste cose, però resta fatto che dopo 25 anni di quelle opere non è stato fatto, previste dal piano, molto pochino, visti i numeri che ho detto prima. [00:15:57] Speaker I: No, così non credevo che potesse succedere, proprio non me l'aspettavo. E' stato uno shock, uno shock. Sono stata fortunata, ma è stato uno shock. [00:16:16] Speaker A: Che cosa è successo? Storie e voci per capire.

Other Episodes