June 08, 2024

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Che cosa e' successo? Lettera a Matteotti (a cent'anni dalla morte) - 8 giugno 2024.

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Che cosa e' successo?  Lettera  a Matteotti (a cent'anni dalla morte) - 8 giugno 2024.
Cosa è successo
Che cosa e' successo? Lettera a Matteotti (a cent'anni dalla morte) - 8 giugno 2024.

Jun 08 2024 | 00:25:08

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Show Notes

COSA È SUCCESSO? Storie e voci per capire quello che accade, di Raffaele Palumbo. UN PODCAST DI CONTRORADIO. Il Podcast di Controradio “Cosa è successo?” è ascoltabile il sabato alle 13:15, in replica la domenica alle 17:10 sulle frequenze di Controradio (93.6, 98.9, DAB+), in streaming su controradio.it, sulla app CONTRORADIO e su SPOTIFY. In questa puntata: LETTERA A MATTEOTTI (a cent’anni dalla morte) OSPITI: Riccardo Nencini, Stefano Caretti.
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Episode Transcript

[00:00:04] Speaker A: Cosa è successo? Storie e voci per capire quello che accade. Allora, cominciamo. Gentile e onorevole Giacomo Matteotti, mi permetta questa mia per raccontarle cosa sta accadendo oggi a cento anni esatti dalla sua uccisione. come lei certamente saprà sono cambiate tante cose come normale che sia in un secolo però oggi parlano tutti di lei capisco che la cosa non la lusingherà così come sa che ad andare fuori da una scuola a chiedere di lei probabilmente se ne trarrà poca soddisfazione però escono libri, se ne parla sui giornali, alla radio. C'è stata anche una bella celebrazione in Parlamento con tutti i deputati in piedi ad applaudire dopo l'appassionata lettura del suo discorso del 30 maggio del 24, fatta dall'attore Alessandro Preziosi. [00:01:09] Speaker B: Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Molto d'anno avevano fatto le dominazioni straniere ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro? Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicare la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla giunta delle elezioni. [00:01:56] Speaker A: Tutti in piedi ad applaudire, non come ai suoi tempi, quando per fare un discorso di un'ora ci impiegò quattro ore perché i fascisti gridavano, insultavano, interrompevano, mentre le opposizioni stavano con gli occhi bassi. Altro che applausi, quel discorso, e lei lo sapeva, fu la sua condanna a morte. D'altronde, lei aveva già sperimentato il confino per il suo antimilitarismo durante la prima guerra mondiale, poi aveva sperimentato per primo lo squadrismo dopo il suo successo politico con le violenze che cominciarono proprio nelle sue zone, quelle di Fratta Polesine, dove venne sequestrato e seviziato con una candela accesa con cui la violentarono. Mi perdoni per questi dettagli intimi su cui purtroppo dovrò tornare e che ci raccontano del fatto che la cosa principale che le hanno sempre voluto togliere è stata prima di tutto la dignità. Tante cose le sappiamo oggi perché c'è stato un signore che per tanti anni ha insegnato storia contemporanea all'Università di Siena, che 40 anni fa si è accorto che sul suo delitto c'era tanto, ma su di lei, a parte un libricino di gobetti, non c'era praticamente niente. Questo signore si chiama Stefano Caretti e siamo andati a trovarlo a casa sua dove ci ha accolti proprio per parlare di lei. [00:03:23] Speaker C: Questo è stato il mio intento fin da quando fu incaricato di redigere la voce Matteotti nel dizionario biografico del Movimento Operaio, parliamo del 74. E lì mi sono accorto che la bibliografia sul delitto era sterminata. sul personaggio c'era il saggio, sia pure interessante, ma breve di Gobetti, non c'era nulla, nient'altro quindi mi sono occupato, ahimè, per oltre 40 anni di pubblicare in 12 tomi tutti gli scritti e discorsi sia pure lentamente siamo arrivati a completare tutte le opere di Matteotti perché il personaggio è estremamente ricco Ma di lui appunto non si sapeva fino a questo centenario niente dell'uomo, del politico, dello studioso, dei suoi affetti. Ecco, e quindi io ho cercato di creare le condizioni perché gli studiosi potessero attingere a queste fonti. Sono passati molti anni ma ora sono uscite una ventina e più di biografie in cui ognuno gentilmente esordisce che senza queste opere non avrebbe potuto neanche iniziare il lavoro. [00:04:44] Speaker A: Ma per lei chi è Matteotti? [00:04:47] Speaker C: Matteotti è una figura di grande leader socialista che si impone infante anche sul piano internazionale. su due livelli, uno amministrativo in cui anticipa molti aspetti moderni, lui si occupa del Suopolesi, una zona che adesso può sembrare difficile, ma che era una terra molto povera, molta immigrazione, un analfabetismo al 70% e lavori saltuari perché poi questi braccianti d'inverno non avevano lavoro. La moglie, lui ormai è anche uno studioso di diritto noto anche sul piano nazionale, gli rimprovera affettuosamente di disperdersi un po' la politica locale. Lui risponde, siamo nel 1914, e dice, sai Caraveglia, tra le grandi città e questi sparsi paesini c'è solo una differenza di pubblicità. Certo, nelle grandi città poi tu sei noto, ma qui la sfida è più importante, perché io di questi 63 sparsi paesi voglio fare una città metropolitana. Cioè far sì che ci sia un collegamento fra di loro, di servizi, di collaborazione economica. Quindi quello che definirei un grande costruttore. Non è un caso che lui, essendo di famiglia agiata, finanzia cooperative, leghe, circoli socialisti, università popolari. e all'amministrativa del 20 i socialisti conquistano tutti i 63 paesi, quindi un evento straordinario. [00:06:38] Speaker A: Caro Onorevole, grazie a Stefano Caretti abbiamo studiato ed imparato tanto e non possiamo non ricordare che le venne eletto in Parlamento per la prima volta nel 19, nel Collegio di Ferrara, poi fu rieletto nel 21, nel 24. I suoi compagni la soprannominarono Tempesta proprio per il suo carattere battagliero e intransigente. meticoloso, è vero che aveva l'abitudine di passare il tempo a studiare, di passare il tempo nella biblioteca, nella camera, a spogliare libri, relazioni, statistiche da cui attingere dati, perché le piaceva lottare con la parola, con la penna, però sempre stando sulle cose Ne possiamo dimenticare che nel 21 pubblicò la famosa inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, in cui si denunciavano per la prima volta le violenze delle squadre a cedazione fasciste, proprio durante la campagna elettorale del 21. E poi, naturalmente, ci fu il suo discorso, quel discorso che è una pietra miliare della storia d'Italia, della storia parlamentare italiana. [00:07:53] Speaker D: Contestiamo in tronco la validità delle elezioni tenute in Italia nell'aprile scorso. L'aggiunta delle elezioni si ha proposto la convalida di numerosi colleghi. Ora, contro la loro convalida, noi presentiamo questa semplice e pura eccezione, e cioè che la lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenuto 4 milioni e tanti voti. Anche di più! Anche di più! Non li ha ottenuti di fatto illiberamente. Ed è dubitabile, quindi, se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che le è necessario per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti. [00:08:44] Speaker C: È una svolta epocale e cioè naturalmente con un fascismo che ha già mostrato la sua vocazione totalitaria ed è questo, diciamo, l'ultimo passaggio, si è detto anzi che questo sia stato appunto sfruttato per dare il colpo di grazia a quello che rimaneva della democrazia parlamentare E del resto c'è tutta una componente, soprattutto anche qui in Toscana, di quello che potremmo definire fascismo di sinistra, il quale legittima l'uccisione di Matteotti, il più accanito oppositore. Non solo, ma c'è stato un imborghesimento dei fascisti. Questo è l'inizio della vera autentica rivoluzione, cioè Matteotti come il primo di tanti altri. Matteotti aveva avuto modo di scontrarsi con l'allora direttore dell'Avanti perché poi si proclamava lo sciopero rivoluzionario. Abbiamo un costume completamente diverso. Un riformista, come si difeniva Matteotti, un riformista rivoluzionario. Cioè, per incidere, come abbiamo visto, quanto riguarda le polesine, occorreva fare una politica di serie riforme. Questa era la vera rivoluzione. Poi c'è chi incendiava le piazze e non solo Mussolini ma per esempio altri, i due responsabili, insieme a Mussolini del delitto e cioè Marinelli e Cesare Rossi che erano stati due incendiari anche loro e poi invece avevano modificato profondamente la loro linea politica. [00:10:30] Speaker D: Onorevole Matteotti, se solo il 50% dell'opposizione avesse il suo coraggio Grazie, Onorevole Amendolo. La nostra battaglia non è ancora perduta, l'ho capito mentre stavi parlando. Giacomo, li guardavo uno a uno, bestegliavano, ma erano lì, inchiodati. Voi guardavate i fascisti, io guardavo qualche nostro compagno. Credete che abbiamo vinto anche loro? [00:10:47] Speaker E: A che cosa? [00:10:48] Speaker D: A non calarsi le braghe davanti ai Mussolini, per Dio. Compagno Materotti, il testo del discorso per la giustizia. Ma che testo vuoi, figlio mio? Sono stato costretto a improvvisare, non te ne sei accorto? Aspettagli i scenografi, prova con loro. Sarà una frustata per il partito. Siamo orgogliosi di te, Giacomo. E allora preparatemi un bel elogio funebre. [00:11:03] Speaker F: 30 maggio 1924, Matteotti parla alla camera. Denuncia i brogli elettorali e le sopraffazioni dei fascisti, decisi a instaurare la dittatura. Sarà il suo ultimo discorso. Ecco l'inedita testimonianza di Giorgio Amendola, presente per caso proprio quel giorno nella tribuna del pubblico. [00:11:21] Speaker E: Io avevo allora 17 anni. Io ero un cattivo studente liceale. Avevo già una grande passione politica ed ero ficcato nella tribuna delle famiglie durante tutta quella discussione. in una posizione che mio padre non mi vedesse perché non voleva quindi ho ascoltato il discorso di Matteotti, il discorso pronunciato da Matteotti in mezzo a una continua tumultuosa ostilità che arrivava a forme aggressive e volgari e a questa violenza esercitata contro Matteotti partecipava direttamente anche Mussolini che lo interrompe più volte e Matteotti continuò con coraggio il suo discorso. [00:12:05] Speaker C: Con. [00:12:05] Speaker E: Calma, cerchiato, quasi protetto dalla pattuglia dell'opposizione. Ho ricordato più volte l'impressione che ebbe a un certo punto di uno scatto di insofferenza di Mussolini che vidi rivolgersi a un suo vicino, non so adesso chi fosse, con un gesto volgare, prateare, come se ormai avesse batteotti superato non so quale limite, ma cosa ci aspetta? Ma cosa aspettate? A dare una lezione probabilmente, forse in quel momento è partito l'ordine di quella che è stata poi il sequestro, la lezione, poi è diventato vicino all'assassinio, non vogliono entrare nella dinamica del delitto però ecco questa impressione mi è sempre rimasta di aver visto quel gesto di insofferenza di Mussolini e questa sua volgarità e. [00:12:56] Speaker C: Violenza Le conseguenze sono, da un lato, una maggiore attenzione da parte degli inglesi, dei francesi e altri, sul fatto come Matteotti nei congressi internazionali sosteneva, cioè che, non illudetevi, non è un fenomeno nazionale il fascismo, ma sta attecchendo anche in Germania col revancismo quello che lui chiamava il Mussolini della Baviera. cioè Hitler, quindi abbiamo sicuramente Con l'affermazione fai ci sta un indebolimento progressivo delle democrazie, pensiamo alla Germania ma anche alla Spagna, questo naturalmente è un paradosso, ma c'è uno scrittore di molti anni fa che ha dichiarato che senza il delitto Matteotti non ci sarebbe stata la Shoah, che è se vogliamo una forzatura ma perché non Mussolini, non Hitler. [00:14:05] Speaker A: Cosa era accaduto, lei lo sa molto meglio di me. I fascisti avevano conquistato le elezioni con violenze, minacce, manganelli, olio di ricino, con ricatti e terrore e grazie alla legge Cerbo, superando il 25%, avevano diritto ai due terzi del Parlamento. una truffa violenta che però non ammetteva di senso per definizione. Infatti lei venne assassinato il 10 giugno del 24, cento anni fa, mentre percorreva il lungotevere Arnaldo da Brescia per andare a Montecitorio. Sono le ultime facce quello che ha visto, le facce dei suoi assassini, Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo. Lei aveva 39 anni e, non contento di aver denunciato la truffa che c'era alla base del fascismo, aveva anche scoperto una cosa molto importante. Ma lo sa che Dumini passò il resto del tempo del fascismo a ricattare Mussolini e ci riuscì sempre? Non so quanto le sia pratico di Firenze, ma riuscì persino a comparsi una bella villetta in via Pietrotacca, una zona da ricchi, mi creda. E finì pure amministiato, si iscrisse al movimento sociale di Giorgio Almirante, il suo assassino. Lo so, non sto suscitando in lei nessuno stupore. Dumini si era cautelato, aveva mandato una lettera e attestamento da aprirsi solo in caso di sua morte violenta ad un avvocato negli Stati Uniti, dove in questo documento ammetteva di aver ricevuto l'ordine di ucciderla poiché nei vertici del fascismo si temeva che lei, nel discorso annunciato per il giorno dopo, l'11 di giugno, In Parlamento avrebbe denunciato il pagamento dei tangenti della Sinclair Oil al governo italiano in cui era coinvolto il fratello del Duce, Arnaldo Mussolini, alcuni ministri e Mussolini stesso. Il governo italiano aveva poche settimane prima del suo delitto concesso alla società petrolifera statunitense Sinclair Oil l'esclusiva per le ricerche e lo sfruttamento per 50 anni di tutti i giacimenti petroliferi presenti in Emilia e in Sicilia. Le richieste della compagnia petrolifera per poter effettuare scavi in ulteriori territori della penisola prevedevano condizioni estremamente vantaggiose per la Sinclair Oil stessa. Era una delle tante guerre del petrolio che gli Stati Uniti questa volta combattevano contro la Gran Bretagna. Grazie al Duce arrivarono anche a quei meravigliosi pozzi in Cirenaica. Dunque lei stava denunciando un governo basato su una truffa elettorale, sulla violenza nelle strade e su un enorme caso di corruzione. Un'altra persona che ha tanto studiato la sua vita è l'ex senatore Riccardo Nencini. Siamo andati a trovarlo al gabinetto BSE di cui è presidente. [00:17:03] Speaker G: Matteotti è stato molte cose, è stato scrittore, è stato avvocato, era impredicato per diventare docente universitario a Bologna ma scelse la vita politica. È stato il primo difensore riformista rivoluzionario, come si definiva lui, degli ultimi del Polesine. tanto da vincere nelle elezioni amministrative del novembre del 20 tutti i comuni che all'estero sindaci socialisti. E' stato anche il primo lettore del fascismo, avendolo vissuto in prima persona capì che il fascismo apparteneva ad una categoria che non era quella della reazione alla Bava Beccaris di fine 800. La violenza era un ingrediente stabile della sua ideologia e l'avrebbe applicata costantemente. Lui ha vissuto la violenza fino dal marzo 21 in Polesia, quando viene seviziato con una candela accesa. La sua lotta al fascismo è stata costante, perpetua, per tre anni e mezzo, che lo ha portato poi alla morte. amministratore, sindaco in due comuni diversi, consigliere comunale e provinciale nel Polesine e poi dal diciannove eletto parlamentare nella circoscrizione Rovigo Ferrara dove viene rieletto nel ventuno e anche nel millenovecentoventiquattro. [00:18:18] Speaker A: Ma noi abbiamo capito che tipo era come persona, umanamente? [00:18:23] Speaker G: Beh, umanamente aveva un'intransigenza morale elevatissima, che derivava nel suo comportamento anche dalla moglie cattolica, lui era ateo, lui socialista, lei assolutamente no. e però questa intransigenza morale, questo senso dell'onore e della coerenza lo accompagnano e accompagnano entrambi per tutta la vita. Uno studioso e quindi eh antimussoliniano anche in questo evita la parola come parabola, la metafora per preferisce eh istruire, quindi studiare per istruire, dimostrare che le cose che sostiene sono vere. Quando scopre ad esempio il falso in bilancio nel ventiquattro dietro c'è uno studio che dura mesi, che porta poi a quella dimostrazione. Non gli basta il lancio roboante della voce. La voce, come diceva Trotsky, è un urlo di pietra, sì, ma motivata attraverso la scienza. La cosa paradossale è che tutti sapevano che c'erano stati brogli, omicidi, violenze, però nella seduta parlamentare dal 30 maggio ai primi di giugno, perché si protrasse per una settimana quella seduta parlamentare di apertura dei lavori di quella legislatura, era stato votato il 6 aprile, sono soltanto due gli interventi molto duri sui brogli. Uno è il suo, il primo, e l'altro è di Giovanni Amendola, padre di Giorgio. Il resto dell'aula, beh insomma diciamo che a cominciare dal Partito Popolare che si astiene Ci sono dei comportamenti che non furono proprio duri e decisi, subrogli, violenza eccetera. [00:20:02] Speaker A: La conseguenza del brutale assassino di Matteotti è quello che poi è la storia in qualche modo. [00:20:09] Speaker G: È nella continuazione dell'essere prima ancora che antifascista antimussoliniano. Sono due visioni completamente diverse del mondo. Uno, Matteotti pensa che le riforme radicali siano necessarie per sostenere gli ultimi, quindi più scuole, più ospedali, più case popolari, l'istruzione, fondamentale l'istruzione perché se non sai leggere e scrivere il padrone in qualche modo te lo mette in tasca e quindi devi saper difendere i tuoi diritti. Dall'altra parte l'ideale della nazione, la fiamma sempre accesa, l'emozione, la passione continua che porta però anche ad avere la violenza come ingrediente massimo della tua ideologia. [00:20:55] Speaker D: Bene, dichiaro qui al cospetto di questa assemblea e di tutto il popolo italiano che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica Di tutto quanto è avvenuto, se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo, fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di vigino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa. Se il fascismo è stato un'associazione a. [00:21:33] Speaker G: Delinquere, E' il 3 gennaio 1925 ed è la chiusura della vicenda Matteotti. Una crisi che si apre il 10 giugno, una crisi parlamentare lunghissima di sei mesi e mezzo, quasi sette mesi, che Mussolini chiude in maniera, lo dico tra virgolette, ma accade esemplare il 3 gennaio con un discorso che ha ragione di stare nei discorsi più importanti della vita del Parlamento italiano. Fra l'altro stancisce per il discorso anche alla fine del Parlamento, è l'ultimo, che si chiude incredibilmente quella seduta con un atto minore. C'è l'atto massimo di Mussolini e da lì parte formalmente la dittatura vera, il ventennio, ma alla fine la seduta si chiude con l'approvazione di un decreto che stabilisce una lotteria per un ospedale nella Puglia. Quindi il massimo è una piccola cosa che chiude la storia del Parlamento italiano e verrà ripresa poi nel 1945-1946. [00:22:41] Speaker A: Care onorevole Matteotti, il suo corpo fu ritrovato solo il 16 agosto del 24. Riccardo Necini ha scoperto che il suo corpo venne persino evirato, sempre per toglierle la dignità prima e dopo averle tolto la vita. che mentre nella Lancia K Albino Volpi la accoltellava le riuscì a dirgli che avrebbe ucciso il suo corpo ma non le sue idee? Quello che accade dopo poi è storia. L'Aventino, le leggi fascistissime, il fascismo fino alla guerra... e il fatto che comunque lei restò per Benito Mussolini un incubo per tutta la vita. Brigate partigiane portarono il suo nome e molte piazze e altre scuole e istituzioni oggi portano il suo nome. Per cui, cari onorevole, questa breve lettera che sono riuscito a scriverle grazie ai contributi dei libri di Riccardo Nencini, Solo, e Il nemico di Mussolini, che Stefano Caretti ha scritto con Marzio Breda, non solo per ricordare quello che accadde cento anni fa, ma anche per ringraziarla cento anni dopo, La sua addirittura morale e la sua intransigenza ci sono oggi di conforto e di ispirazione, nonostante i tempi bui che anche adesso continuiamo a vivere. Grazie Onorevole Matteotti. [00:24:21] Speaker H: Mio nonno venito Mussolini, ma senti quello che ti dico un attimo, ha detto sì, la colpa, mi assumo la responsabilità di questo delitto. Se ne ha assunto la colpa di questo delitto. Ci sono delle stragi in Italia, ci sono state di mafia, delitti di Stato che sono rimasti impuniti senza colpevoli perché nessuno si è assunto la responsabilità di un atto di stato. Non insegnate niente ai giovani, voi volete fomentare, voi fomentate dalla mattina alla sera.

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