June 15, 2024

00:24:23

Che cosa e' successo? IL SESSO DEGLI ANGELI - 15 giugno 2024.

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Che cosa e' successo?  IL SESSO DEGLI ANGELI  - 15 giugno 2024.
Cosa è successo
Che cosa e' successo? IL SESSO DEGLI ANGELI - 15 giugno 2024.

Jun 15 2024 | 00:24:23

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Show Notes

COSA È SUCCESSO? Storie e voci per capire quello che accade, di Raffaele Palumbo. UN PODCAST DI CONTRORADIO. Il Podcast di Controradio “Cosa è successo?” è ascoltabile il sabato alle 13:15, in replica la domenica alle 17:10 sulle frequenze di Controradio (93.6, 98.9, DAB+), in streaming su controradio.it, sulla app CONTRORADIO e su SPOTIFY. In questa puntata: IL SESSO DEGLI ANGELI. Il 14 giugno del 1979 si svolse a Washington la prima marcia per i diritti gay negli Stati Uniti. Parteciparono decine di migliaia di persone. Da allora sono passati 45 anni, quasi mezzo secolo di battaglie, discriminazioni, pregiudizi, conquiste. Mentre il tema […]
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Episode Transcript

[00:00:04] Speaker A: Cosa è successo? Storie e voci per capire quello che accade. Il 14 giugno del 1979 si svolse a Washington la prima marcia per i diritti gay negli Stati Uniti. Parteciparono decine di migliaia di persone. Da allora sono passati 45 anni, quasi mezzo secolo di battaglie, discriminazioni, pregiudizi, conquiste. Mentre il tema della sessualità trova una sua complessità dalle questioni dei figli di coppie dello stesso sesso alle tematiche del gender fluid, dall'interessualità alla disporia di genere alla transizione. A 45 anni da quella marcia e in occasione della Queer Week 2024, Controradio dedica il podcast Cosa è successo? a queste tematiche dando voce a dei giovani e a delle giovani. [00:01:24] Speaker B: Allora, io sono Botta, sono una persona che fa militanza transfeminista da qualche anno. Pronomi lui-lei, nel senso che se mi chiedi come te devo rivolgere, lui e lei insieme. Botta è il mio nome. Prego, alza presentazione. [00:01:43] Speaker C: Alessandro, anche io faccio attivismo da un po' di anni, pronome lui, poi se viene lei non mi offendo, ma insomma lui va benissimo. [00:01:52] Speaker D: Melissa pronome lei. [00:01:54] Speaker A: Sì ma che siete? [00:01:55] Speaker B: Che siete? Nuovi mostri. Mostri queer direi, ci sono un sacco di R però nel mio caso è difficilmente identificabile tante volte tipo il mio genere. Se mi metto la minigonna e ho la barba diciamo che negli occhi della gente leggo proprio questa gran confusione che a volte magari è anche un le signore che mi guardano e dicono oh mio dio oppure gente più giovane che ci vede qualcosa di positivo tantissimi sia le mie altre volte sono sguardi giudicanti tipo guarda sto cretino come cazzo si feste dovresti stare nel tuo perché stai uscendo dal tuo e roba del genere. [00:02:35] Speaker A: Ma al di là dei vestiti, sessualmente? [00:02:38] Speaker C: Omosessuale, sì. Detto in termini clinici, poi detto in termini, come direi io, d'attivismo, frocia. [00:02:47] Speaker A: Ma che significa essere omosessuale oggi? Cioè si dice che nella moda se non sei omosessuale non lavori, gli omosessuali hanno preso il sopravvento, comandano il mondo. [00:02:58] Speaker C: Sono un mix di cliché, stereotipi e fake news, non saprei come dire. Non credo ci sia bisogno di ribattere via, queste sono cavolate. [00:03:08] Speaker A: Ma tu ti senti in qualche modo tranquillo? Ti senti discriminato? Vai al lavoro e raccontano la bazelletta sui omosessuali e ti dà fastidio? O questa fase è superata? [00:03:18] Speaker C: No, non è superato. Ora io nel mio lavoro lavoro, ho la fortuna di essere in un ambiente accogliente, però sentendo racconti di chi è in altri ambienti o anche sentendo discorsi al bar per stare da certo, no no, la discriminazione ancora è presente, sì sì. e anche nei giovani mi viene da dire purtroppo perché si dice sì è vero da una parte tante cose sono cambiate ma io lavorando anche molto con gli adolescenti vedo che comunque il bullismo omofobico insomma rimane ben presente. [00:03:51] Speaker A: Tu sessualmente come ti poni? [00:03:53] Speaker B: Allora, nel mio caso è un pochettino strana la questione, perché a livello di definizione di genere, Boh, sono una persona diciamo gender fluid, nel senso che per me è maschio, femmina, dipende in secondo come me sveglio la mattina, come me si gira la giornata, quindi a sto punto che orientamento sessuale ho? Boh, cioè da maschio, capito, è una specie di omosessualità, da femmina è una specie di retrosessualità, però, cioè, non lo so. Nel senso, le sfere di orientamento e di genere sono sfere appunto, non sono una cosa piatta, un'etichetta che ti metti addosso e c'hai quella per sempre, per tutta la vita. Le sfere di orientamento e di genere sono cose malleabili nell'arco della vita, cambiano, quindi una persona si definisce in un modo a 15 anni, a 25 magari in un altro modo, a 45 in un altro ancora. E la base della lotta fra oggi è appunto questa, cioè dare questa possibilità di identificarsi nella fluidità a quante più persone possibile, cioè togliere i paletti che abbiamo in questa società, quello che diceva prima Paolo. Cioè il fatto che tutto il mondo tende sempre a darti una limitazione, che sia nel vicino dei casi, al politico, lo scemo che passa per strada e ti infama, e invece quello che si tenta a fare da stanzolato è, invece, crearci spazi in cui poter essere noi stessi e noi stessi senza bisogno di essere quadrati, ecco. [00:05:12] Speaker A: Le etichette servono proprio a questo, cioè nel momento in cui io ti etichetto poi dopo ti attribuisco una legge, una proibizione, un permesso, una condanna, un premio. Perché c'ho l'etichetta? Se non c'ho l'etichetta non so che farmene di te. [00:05:28] Speaker B: Guarda, sulle etichette secondo me possiamo tenere un doppio punto di vista, cioè l'utilità e la completa inutilità o l'utilità al potere, quello che dicevete adesso. L'utilità delle etichette, soprattutto in questo momento che sono diventate tantissime, la sigla ora è LGBTQ+, perché non ci si aveva più spazio per altre lettere. Tutte queste sigle servono a, se hai una definizione granulare, polverosa, con tantissime definizioni, appariscono a un certo punto. Se hai una vasca di palline di plastica, quelle dei bambini, e le chiami palline rosse, palline gialle, palline verdi, le tieni divise. Nel momento in cui però hai 85 colori diversi, inizi a parlare di palline colorate. E a quel punto si è risolta un pochettino la questione dell'etichetta, secondo me. [00:06:17] Speaker A: Tu lo sai che stanno pensando un buon numero di persone che ci stanno ascoltando? [00:06:22] Speaker D: No, cosa? [00:06:22] Speaker A: Stanno pensando ma questi giovani sono confusi, gli passerà, che tempi che viviamo. Prima era tutto più chiaro. [00:06:34] Speaker D: Era tutto più represso volendo, tutto meno libero. Dalle parole di botta mi colpiva il fatto di identificarsi nella fluidità, che volendo è un paradosso nel senso che tu decidi di identificarti nella possibilità di non avere un'identità ben incasellata e decisa. Il discorso dell'identità dell'etichetta secondo me è doppio anche perché diciamo noi tendiamo a rifiutare, noi dico io e i miei amici, tendiamo a rifiutare, e le mie amiche, tendiamo a rifiutare l'identitarismo come forma di lotta, cioè l'incasellarsi in un preciso modo di parlare, vestire, perché darci l'identità spesso, parlando proprio in termini generali e astorici, quando tu ti dai l'identità interna significa anche che c'è un esterno da cui tu ti distingui. Quindi in termini generali magari possiamo anche dire di rifiutare questo tipo di pensiero, allo stesso tempo poi quando si tratta invece di minoranze o soggettività oppresse, la rivendicazione identitaria diventa la rivendicazione di esistenza, quindi il fatto che io mi dia un'etichetta diventa intanto una maniera che ho per definirmi e trovare attorno a me delle persone che magari si definiscono in modo simile al mio quantomeno e quindi trovare un po' la mia tribù che comunque è qualcosa che per noi esseri umani diciamo è fondamentale e poi per smettere di essere invisibilizzata di fronte a quello che viene considerata la normalità però non è neanche detto che sia la. [00:08:05] Speaker A: Maggioranza insomma ma qual è la parola d'ordine? Libertà? [00:08:08] Speaker D: Ma le parole d'ordine sono tanti, libertà sicuramente è importante. [00:08:12] Speaker C: Direi anche emancipazione, cioè tornando alla tua domanda di prima, ma una volta non era così, era tutto più semplice, ma no, io credo che semplicemente oggi Si siano fatti dei ragionamenti, si siano scardinate alcune cose per cui la gente si sente più emancipata, più libera di esprimersi e si è capito che il binarismo, cioè il maschio vuol dire essere così, femmina vuol dire essere cos'ha, Era una gran cavolata, non corrispondeva alla realtà delle vite delle persone e si basava davvero molto su stereotipi, su cliché imposti dalla società, ma tuttora in parte basta vedere i cataloghi di giochi da bambini, come fin dalla nascita si viene vincolati a un qualcosa. Ecco, ora si sta cercando di togliere questi vincoli per poter veramente esprimersi per come uno è. [00:09:15] Speaker A: Ma perché tu fai paura? [00:09:17] Speaker B: Bella domanda, ma io faccio paura, davvero. [00:09:21] Speaker A: Oh, stiamo parlando di un bellissimo giovine, quindi la domanda è metaforica. [00:09:26] Speaker B: Perché si fa paura, perché nel caso mio, con la mia immagine, presenza nello spazio pubblico lo vedo, pongo un dubbio, una possibilità appunto la cosa che diceva Paolo, siamo tutti incastrati in questa roba estremamente binaria in cui i maschi fanno i maschi in quel modo, le femmine fanno le femmine in quell'altro modo nel momento in cui per strada ti vedi una persona che rompe questo schema binario ci sono vari tipi di reazione appunto la paura è una perché per difendere la propria identità binaria anzi ti scagli contro lo strambo contro chi invece quel tipo di identità non la segue quindi vai di attacco poi in realtà non è l'unica reazione cioè non faccio solo paura. [00:10:13] Speaker A: Rispetto a quello che diceva lui noi abbiamo come dire genitorialità racconti fatti da giornali, televisioni, radio eccetera eccetera, che tutte queste cose qui ci hanno insegnato ad essere molto incasellati. Anzi in questo momento di essere omosessuali pensavo che fosse una cosa più complicata, diciamo così. Non siamo educati alla complessità. [00:10:39] Speaker D: Noi cerchiamo, allora parte sicuramente da un'esigenza di vita, ora io parlo da persona comunque cis, poi all'interno della mia espressione di genere, cis vuol dire che sono organi sessuali femminili e confermo la mia identità di genere nell'essere donna. Allo stesso tempo nella mia espressione di genere, quindi nel mio come poi alla fine sono donna, è partita da me l'esigenza ma da me da bambina l'esigenza di uscire fuori da quegli schemi famosi che ci vengono posti. perché una bambina magari non può ridere troppo forte, non può arrabbiarsi, insomma tutta un'altra serie di cose e magari poi vanno anche fuori tema e non mi va. Quindi posso parlare dal mio punto di vista comunque di cis ma che ha un'espressione di genere volendo mista rispetto a quelle che sono considerate delle caratteristiche tipicamente femminili o maschili che parte innanzitutto da un'esigenza di libertà personale e poi diventa chiaramente una rivendicazione laddove il mondo poi ti guarda storto se tu hai determinati comportamenti. [00:11:47] Speaker A: C'è comunque un vedere al mondo. che potrebbe comunque comunarci tutti, voglio dire, no? [00:11:55] Speaker C: Beh certo, anche voglio dire il nostro attivismo è intersezionale, cioè noi non vogliamo risolvere solo la nostra oppressione, ma vogliamo risolvere le oppressioni in toto, quindi chiaramente Noi affrontiamo anche i temi del razzismo, delle differenze di ceto, di classe, come uno le vuole chiamare. Cerchiamo, la nostra utopia è di abbatterle queste oppressioni, non è che vogliamo abbattere solo la nostra piccola La paura fa. [00:12:26] Speaker A: Dire che vogliono che diventiamo tutti come loro. [00:12:33] Speaker C: Sì, le sento dire anche io queste cose. Cosa rispondere a questo? Ovviamente noi non ci sta la panchetta magica per trasformare le persone. Se ora c'è in parte più libertà di espressione, è perché evidentemente sono stati fatti, anche grazie all'attivismo, si sono poste delle domande, si è ragionato su determinate cose e finalmente ci siamo messe un po' in discussione. Diventare come loro, diventare come ognuno si sente di essere, non è che il punto è che ognuno si debba sentire libera di potersi esprimere realmente per quello che è. non che debba diventare come me o come chissà chi altro. [00:13:21] Speaker B: Diventare come noi il rischio? Ma allora la cosa che diceva anche prima Paolo il cis-etero patriarcato è tipo uno schema che si impone sulle nostre vite e ci obbliga a comportamenti quantomeno e a output di sé che sono cis ed etero quindi semmai il rischio al momento è che appunto il mondo ci vuole e ci spinge a fare finta di essere e tutti ci settero. Poi prendiamo due studi degli inizio del novecento che uno è quello di Alfred Kinsey, un entomologo che ha fatto il primo studio completo sulla sessualità umana e dai dati suoi viene fuori che le percentuali di omosessuali puri ed eterosessuali puri sono veramente basse, mentre il grosso dell'umanità si attesta più o meno al centro. Quindi questa specie di bisessualità. Questioni di genere mi pare non avesse toccato. Poi c'è stato Mieli qua in Italia. Mieli che negli anni settanta ci andava raccontando che appunto è una perversione sia l'omosessualità pura quanto l'eterosessualità pura. È una perversione da diciamo una, in questo caso dai usiamo la sua parola, norma. Veniamo al mondo e siamo fluidi. Veniamo al mondo e siamo non identificati, esatto. E poi però le costizioni della socialità, del mercato, del mondo che ci circonda, ci costringe a diventare cis-etero, però appunto, cioè, ribaltando la questione, le destre, i politici, chi può parlare dice che siamo noi a creare questa situazione in cui i giovani vengono traviati alle nostre teorie maledette e invece io e le altre persone che fanno attivismo, che fanno militanza su questi campi dicono e come 1984 ho quasi tipo rivoltato il senso di una parola e il senso della parola è che non siamo noi che stiamo tentando di colpire un mondo che invece andava bene, è un mondo terrificante in cui siamo tutti malissimo e da parte nostra stiamo tentando di aprire dei barchi. [00:15:28] Speaker A: Ma le abili, dicevi? [00:15:30] Speaker D: Sì, assolutamente. Cambiamo nelle nostre esigenze, nei nostri desideri. Allo stesso tempo quando nasciamo, e questo lo dimostrano anche le mille culture che esistono nel mondo, siamo totalmente, cioè non totalmente, poi vabbè, dibattito tra natura e cultura, figurati, millenario. Siamo molto influenzabili quindi sicuramente diciamo per lo stato delle cose anche purtroppo la maggiore influenza è l'influenza della norma, dell'etero cis normalità. Io posso fare una considerazione semmai avendo un orientamento sessuale che identifico come bisessuale e che ho avuto bisogno di identificare proprio perché altrimenti per me sarebbe stato difficile visualizzarmi ed esprimere i miei desideri e vivere i miei desideri anche dentro di me. Perché spesso poi, purtroppo, tante forme di discriminazione, essendo nate e cresciute in questo ambiente, le abbiamo anche interiorizzate. Che da bisessuale addirittura, cioè sono una persona che tendenzialmente Volendo posso anche usare il termine pansessuale che di solito è meno capito. Sostanzialmente il genere o il sesso di una persona che ho davanti, se mi piace, non mi interessa. E non mi è mai interessato fin quando ero bambina. questo per esempio questo aspetto di fluidità qua della sessualità anche all'interno degli ambienti LGBTQIA++ spesso gli viene tolto valore, viene invisibilizzato come se si dovesse fare appunto una scelta tra chi ti piace ma allora sei etero o sei omosessuale per questo anche magari ci siamo trovate scomode all'inizio sulla domanda sessualmente come ti poni perché posso dire tendenzialmente quali sono le mie preferenze e nel mio caso le mie preferenze sono una sorta di 50 e 50 in realtà però potrebbe essere anche un 30-70 è un paradosso perché il bisogno di definizione per esempio la mia definizione di bisessuale è stata fondamentale per la mia crescita ma allo stesso tempo definirmi bisessuale significa che non me ne frega niente del genere della persona quindi è un'assenza di definizione volendo Abbiamo. [00:17:46] Speaker A: Raccontato in un podcast dedicato alla disforia di genere, all'interessualità, la sofferenza che causa una società che rifiuta di affrontare la complessità. Noi rivolgiamo un pensiero a chi 45 anni fa scese in piazza. Abbiamo per ricordato l'esperienza di Mario Mieli a Roma. l'esperienza statunitense, Milk, le manifestazioni del 79 eccetera eccetera dove il grido di battaglia è coming out, venite fuori. Di. [00:18:21] Speaker C: Sicuro a chi a tanto tempo prima di noi ha fatto dei percorsi, delle manifestazioni, delle proteste, delle rotture che andavano nel verso dell'emancipazione Non posso che fare un ringraziamento ovviamente e come dicevi te appunto perché poi non parlarne, l'invisibilità porta alla sofferenza, hai parlato prima dell'interessualità, l'interessualità Se ora ci si mette a chiedere a 100 persone forse una sa che cos'è. È ancora un tema totalmente invisibile e questo purtroppo l'invisibilità porta alla sofferenza, porta a situazioni negative. [00:19:06] Speaker B: A me viene in mente che abbiamo un pochettino questa visione del mondo di eccezioni monumentali, eccezioni eroiche c'è un bel libro, un gran bel libro, che è Cruising Utopia di Mugnotz lui praticamente la sua tesi è che i movimenti da Stonewall in poi, Stonewall il grande riot contro gli sbirri fatto dalle froce nei locali nascono perché nei decenni precedenti c'era stato tutto un lavorio artistico e andando indietro anche di qualche decennio filosofico, cioè dagli anni 40-50 che la comunità, non ancora comunità, si è cominciata ad autorappresentare tramite la filosofia e l'arte. La differenza con il presente è che abbiamo tanta filosofia accademica che analizza temi femministi, transfemministi, alcuni tentativi di arrivare nella socialità dal mio punto di vista poca, veramente ben poca produzione artistica dal basso che non venga mediata da grandi istituzioni e che sia una rappresentazione di noi e boh, mi fa particolarmente male al cuore il fatto che questa roba succeda a Firenze che se la bulla tanto con l'arte, l'arte, l'arte, l'arte, l'arte qua invece boh, c'è una carenza enorme quindi grazie a chi ha lottato nel passato ma soprattutto super grazie a chi si accende adesso Perché c'è tanto ancora a fare. [00:20:34] Speaker E: Mio marito mi ha regalato la nuova lavatrice aeghe. Finalmente il bucato non è più un problema. Mio marito invece mi ha regalato il nuovo aspirapolvere polletto. Vedessi come pulisce. Lavatrice aeghe. Aspirapolvere polletto. Regali per noi donnini di casa. [00:20:49] Speaker F: Giocando, giocando alle mamme con Ciccio Bello, bellissimo, e Angelo Negro. E tu, quanto te la trovi la fidanzata? E tu? Quando te la troverai? [00:21:01] Speaker D: Nonno, sono gay. [00:21:04] Speaker G: Negli ultimi tempi si sta sempre più diffondendo una moda pericolosa. Un killer silenzioso che minaccia di estinguere in breve tempo ogni essere umano sulla Terra. Non ti sembra che John sia un. [00:21:16] Speaker E: Pochino... un pochino gaio? [00:21:19] Speaker A: D'accordissimo. Felice come una pasqua. [00:21:21] Speaker E: Preferisce la compagnia maschile. [00:21:23] Speaker A: E chi non la preferisce? [00:21:25] Speaker E: Homer, ascolta attentamente. John è un uomo... [00:21:30] Speaker B: Vero? [00:21:30] Speaker E: Sessuale. [00:21:34] Speaker F: Noi preghiamo per i gay e se non si convertano c'è l'inferno per loro. [00:21:39] Speaker B: La famiglia tradizionale, la famiglia vera come dice lei, da chi è minacciata? C'è minacciata un po' da questa lobby gay? [00:21:45] Speaker F: Certamente, certamente perché si pensa che poi sono molto rumorosi e magari sono anche in pochi e si pensa che la gente può pensare che tutto dipende da loro Luca è guarito, è un esempio vivente che ho conosciuto, Luca era gay, ha una famiglia normale, con dei figli ed è pentito di quello che è fatto prima, perché se uno solo si converte capisce l'abominio della disolazione. [00:22:21] Speaker H: Ieri sera ho avuto una telefonata da Altuna, Pennsylvania. la voce era molto giovane e quella persona ha detto grazie dovete eleggere persone gay così che quel giovane e le migliaia e migliaia di giovani come lui possano sperare in una vita migliore sperare in un domani migliore io chiedo questo che se dovesse esserci un omicidio in cinque, in dieci, in cento, in mille siano a levarsi in piedi. Se una pallottola mi trapasserà il cervello, che serva a distruggere ogni muro dietro cui ci nascondiamo, io chiedo che il movimento continui, perché non è questione di guadagno personale, non è questione di individualismo e non è questione di potere, è questione dei noi là fuori. E non solo i gay, ma i neri, e gli asiatici, e gli anziani, e i disabili, i noi. Senza la speranza, i noi si arrendono. So che non si può vivere solo di speranza, ma senza la speranza la vita non vale la pena di essere vissuta. E quindi tu, e tu, e tu, Dovete dar loro la speranza. Dovete dar loro la speranza. [00:24:00] Speaker D: Ok. Cosa è successo?

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