June 22, 2024

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Che cosa e' successo? IL MOSTRO, I MOSTRI E UNA VERITA' MAI RAGGIUNTA - 22 giugno 2024.

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Che cosa e' successo? IL MOSTRO, I MOSTRI E UNA VERITA' MAI RAGGIUNTA  - 22 giugno 2024.
Cosa è successo
Che cosa e' successo? IL MOSTRO, I MOSTRI E UNA VERITA' MAI RAGGIUNTA - 22 giugno 2024.

Jun 22 2024 | 00:25:24

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Show Notes

COSA È SUCCESSO? Storie e voci per capire quello che accade, di Raffaele Palumbo. UN PODCAST DI CONTRORADIO. Il Podcast di Controradio “Cosa è successo?” è ascoltabile il sabato alle 13:15, in replica la domenica alle 17:10 sulle frequenze di Controradio (93.6, 98.9, DAB+), in streaming su controradio.it, sulla app CONTRORADIO e su SPOTIFY. In questa puntata: IL MOSTRO, I MOSTRI E UNA VERITA’ MAI RAGGIUNTA. A 50 ANNI DAL PRIMO OMICIDIO (FORSE). Cinquant’anni fa, il 14 settembre del 1974, il primo dei delitti attribuiti al cosiddetto “Mostro di Firenze”. Il primo serial killer di coppie riconosciuto in Italia, che avrebbe agito […]
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[00:00:04] Speaker A: Cosa è successo? Storie e voci per capire quello che accade. [00:00:12] Speaker B: Io sono una persona, ho sempre lavorato per campare la famiglia, sono sempre stato in famiglia e tutti lo possano dire, ha testimoniato anche la mia moglie, dice, gli hai visto di bere un bicchiere di vino? Ma quello è senz'altro, perché lavoravo tanto, altri vizi non avevo, si beveva un bicchiere di vino e poi mi addormentavo e andavo a letto. [00:00:30] Speaker C: E questo è il fatto. [00:00:32] Speaker D: Vuole tornare a Mercatale? [00:00:34] Speaker B: Si può tornare a mercatare benedetti signore ma non so che domande le sono queste, in dove è andata secondo lei? Nel convento a Famifrate? [00:00:43] Speaker A: 50 anni fa, il 14 settembre del 1974, il primo dei delitti attribuiti al cosiddetto Mostro di Firenze, riconosciuto come il primo serial killer di coppie in Italia, che avrebbe agito fino al 1985. Le vittime delle aggressioni erano ragazzi che si appartavano nei dintorni di Firenze, mentre numerose sono state le indagini e lunghi i processi, a cui si sommano una decina di ipotesi alternative ed eventi misteriosi connessi a queste vicende. L'uso del condizionale in questa storia è d'obbligo e in questo podcast cercheremo di fare il punto della situazione. [00:01:36] Speaker C: No! No! [00:01:42] Speaker A: Quella del cosiddetto Mostro di Firenze è uno dei misteri italiani del Novecento. Ma prima di entrare nella memoria, continuiamo a stare dentro la cronaca di una storia che fatica a diventare storia. Per iniziare, lo scorso gennaio, la Corte d'Assise di Firenze ha dovuto constatare la sparizione di 17 foto inerenti all'ultimo omicidio dell'85, quello degli Scopeti. Ma, cosa per certi versi sconvolgente, è che si è venuto a sapere che sempre nell'esame dei reperti dello scorso 30 gennaio quello che veniva ritenuto alla tenda di Nadine Moriot e Jean-Michel Crevacivili, esaminata su richiesta dei familiari delle due vittime francesi, non apparteneva alla coppia, bensì al Salvatore Vinci, tra i primi a finire sotto inchiesta per i delitti del mostro e al centro della cosiddetta pista sarda. Come se non bastasse, sempre a quasi 50 anni dall'ultimo delitto, la Procura ha autorizzato nuove perizie su vecchi reperti, questa volta però richieste dal team legale incaricate dal nipote di Mario Vanni, uno dei compagni di merende, che da anni chiede la revisione del processo per riabilitare l'immagine dello zio. potrebbe saltare fuori un nuovo sospettato e la vicenda potrebbe essere completamente ribaltata. Saremo di nuovo punto e a capo. [00:03:13] Speaker E: Del popolo italiano, la Corte d'Assisio di primo grado di Firenze e sezione prima dichiara Pacciani Pietro colpevo e l'elitti a lui ascritti come in imputazione ad eccezione di quelli di omicidio e di porto d'armonia a sparo relativi all'omicidio in danno di Lobianco Antonio e di Locci Barbara. Escluta inoltre la contravenzione cui al capo B dell'imputazione riuniti per continuazione e lo condanna alla pena dell'ergastolo con isolamento diurno per la durata di anni tre al pagamento delle spese processuali di custodia cautelare Lo condanno inoltre alle pene accessorie, dell'interdizione perpetua ai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena, dichiarandolo decaduto dalla potestà dei genitori. [00:04:10] Speaker A: Ma com'è possibile che 50 anni dopo ancora non si sia giunta ad una verità se non molto parziale? Dicevamo il condizionale d'obbligo. Perché datare con certezza quei crimini efferrati tra il 74 e l'85 è già fatto controverso e motivo ancora di disputa. Per tanti, infatti, il primo duplice omicidio risalirebbe al 1968, quando vennero uccisi Antonio Lo Bianco e Barbara Locci, sei anni prima di quello che datiamo come primo duplice omicidio. Lì vennero recuperati cinque bossoli di cartucce calibro 22 Winchester con la lettera H punzonata sul fondello. Lo Bianco e Locci erano amanti e dell'omicidio venne accusato il marito di Barbara, Stefano Mele, che a sua volta accusò altri amanti della moglie, ovvero i fratelli Vinci, proprio quelli della tenda dell'ultimo omicidio dell'85 a cui facevamo riferimento prima, che però vennero scagionati. Quindi, come dicevamo, datare gli omicidi del mostro non significa fare solo una scelta storiografica, ma prima di tutto investigativa, così come dire che quei delitti sono finiti nell'85, così come sostenere che, a parte i sette duplici omicidi riconosciuti tra il 74 e l'85, in quegli anni il mostro non ne abbia compiuti altri. Una vicenda complicatissima che ha visto sommarsi ritardi, errori investigativi, colpi di scena, particolari venuti fuori a decenni di distanza, forse una longa manus di apparati dello Stato, forse quelli che sembrano essere dei depistaggi. Vicenda che comunque ebbe un forte impatto sulla vita delle persone in quegli anni. [00:05:57] Speaker C: Com'è? Posso far andare dai banco senza andare là? Me l'ha detto già! Vabbè, mi dica cosa vuol dire? che non riguardi personalmente Canessa, che riguarda il processo, non Canessa. Come io non ho diritto a parlare? Sì, lo dico. Dico che io voglio. Calma, calma, metti a sedere e dica calma. Io voglio tutte le lettere che avete voi in corte d'arsica. Voglio la libertà per andare alla banca e alla posta. [00:06:27] Speaker A: La copertura mediatica continua ancora oggi. Ricordatevi quanto accadde nei decenni scorsi tra articoli di stampa, libri, documentari, inchieste parallele ed altro. Lo ricordate l'adesivo che era visibile sui lampioni all'uscita dell'autostrada dove era disegnato un grosso occhio e la scritta occhio ragazzi, l'invito a stare attenti, a non appartarsi? Fu in quegli anni una mutazione antropologica per quei tempi. Le giovani coppie venivano invitate dai genitori dell'uno o dell'altro a restare a casa, serenamente, mentre loro sarebbero usciti per andare al cinema o altre scuse per lasciare loro la casa libera e sicura ed avere un momento di intimità, addirittura prima del matrimonio, con l'implicito consenso dei genitori, una rivoluzione copernicana per i costumi dell'epoca. Ma torniamo agli omicidi, i sette duplici omicidi in che si svolgono le campagne del Fiorentino. Segna, Borgo San Lorenzo, Scandicci, Calenzano, Baccaiano, Giogoli, Vicchio e Scopeti. L'arma usata fu sempre la stessa, una pistola calibro 22 con lo stesso tipo di proiettili e vennero sempre commessi in notti molto buie nei fine settimana del periodo estivo. In ogni delitto veniva colpito prima l'uomo e poi la donna, la quale veniva poi portata fuori dall'auto e colpita con un coltello e fatta oggetto di escissioni nella zona del pube e della mammella sinistra. Dunque, il primo duplice omicidio ufficiale fu quello di sabato 14 settembre 1974, dove vennero uccisi Pasquale Gentilcore, di 19 anni, e Stefania Pettini, 18 anni, di vicchio. Vennero uccisi in una frazione del comune di Borgo San Lorenzo, mentre si trovavano fermi in un'auto lungo una strada sterrata. Lui venne ucciso con cinque colpi di pistola, mentre lei, dopo aver ricevuto tre colpi ancora viva, fu portata fuori dall'auto e accoltellata decine di volte e infine violata con un tralcio di vite. [00:08:25] Speaker D: Lotti sta bene, sì? Faccio qualche domanda un po' sul generale. Vorrebbe spiegare per cortesia alla corte Com'è che ha deciso di parlare, di confessare delitti che potrebbero farla finire in carcere per tutta la vita? Cioè il processo che l'ha determinata poi a parlare, ecco. Dopo dieci anni dall'ultimo fatto, no? [00:08:52] Speaker F: Sì. [00:08:53] Speaker D: Eh, parli pure liberamente, eh, non mi faccio parlare. [00:08:56] Speaker C: Fai una domanda e basta, senza commenti. Prego. Lotti. Sì. Interrogatorio, sì, su su. Com'è? Lavorato vuol sapere. Lei è stato per tanti anni senza dire niente. Ha tutto questo segreto. Lei mi ha sentito un po' sellevato, però ci è voluto anche del tempo, qualche mese. Com'è che è arrivato a parlare? Forse prima... Forse chi è che l'ha spinta a parlare? Com'è che sei determinato a parlare? [00:09:31] Speaker A: Mi capisci? [00:09:31] Speaker C: Sì, lo so. Oh, bene. Mi dici che cosa? A parlare è che... A parlare dove sti fare? Che ero rimasto... o mi sentivo di parlare prima. Definitamente. [00:09:45] Speaker D: Non ho capito. [00:09:47] Speaker C: Non ti sentiva di parlare prima? Ero un po' imbrogliato invece di parlare. Come? Di nuovo parlare? [00:09:55] Speaker D: No, Presidente, scusi. [00:09:56] Speaker C: No, no, no, facciamolo parlare, poi vuoi fare un'altra domanda? [00:09:59] Speaker B: Scusi. [00:10:00] Speaker D: Ma com'è importante la genesi, diciamo, della confessione? [00:10:04] Speaker C: Che genesi? Che genesi? Facciamolo parlare. Dopo i buchi nell'acqua della squadra antimostro arrivano le indagini degli anni 90 e poi un processo indimenticabile, un processo. [00:10:30] Speaker A: Diventato anche luogo di scherzi, di battute, di frasi completamente fuori dal mondo, di aneddoti capaci di raccontare di che pasta erano fatti gli imputati, di particolari agghiaccianti e anche di fatti che hanno fatto molto discutere. [00:10:48] Speaker C: Dottore scusi, lei si ricorda un episodio in cui al Pacciani fu estratto un vibro massaggiatore dall'ampolla rettare all'ospedale circa il. [00:11:03] Speaker F: 76... dunque quando il Pacciani venne mi sembra a casa mia una mattina dicendo che gli era successo questo inconveniente io non ero presente per cui lui poi o perché fu consigliato di sua spontanea volontà andò all'ospedalino di San Casciano dove. [00:11:21] Speaker C: Lui fu estratto Ma le emorroidi si curano con un idromassaggiatore? [00:11:29] Speaker F: Non glielo so dire. [00:11:31] Speaker C: E' un metodo purtroppo che noi non conosciamo, o meglio possiamo conoscerlo? [00:11:34] Speaker F: Non lo conosco neanche io, Avvocato, il metodo della Huda Kelechi. [00:11:38] Speaker E: C'era di avere problemi di emorroidi e che usava un vibratore. [00:11:42] Speaker C: Sì, un vibratore è una parola, è idromassaggiatore comunque. [00:11:47] Speaker E: Quello che ci aveva infilato dentro quando andato all'ospedale era un vibratore. [00:11:52] Speaker C: E' detto che è un vibratore. E' detto. Evidentemente per massaggiare deve un po' vibrare. [00:11:57] Speaker E: Ma noi siamo pratici avvocati, ne abbiamo visti tanti. Tranne che il servizio per curare le emorroidi, questo non lo sapevamo. [00:12:04] Speaker A: La sentenza di condanna arriva infatti per l'autoaccusa di Lotti, che sembra un oligofenico incapace persino di parlare correttamente. [00:12:13] Speaker C: Si sta per arrivare questa macchia. Lei non le avverte queste persone? O no? Ma bisogna vedere la macchia, se l'è quella la cominciamo? C'è il rischio che queste persone sparino probabilmente e arrivano i carabinieri. Voi avete fatto il sovralluogo, avete visto e rivisto, queste cose non le mandano apposto sul posto? Qual era l'accordo che c'era tra lei, il Vanni e il Pacciano, secondo quello che dice lei? Cosa doveva fare? Di stare lì avvertiti se arrivava una macchina diversa. Avvertiti? E cosa faceva avvertiti? Con un fischio? Con le luci? Con qualche altra moto? No, avvertiti così, se passavano le macchine ferme o qualcosa di diverso. [00:13:01] Speaker A: Un'inchiesta avviata dalla Procura di Firenze portò alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di quattro duplici omicidi, i cosiddetti compagni di merende come si autodefinirono, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, mentre il tristemente noto Pietro Pacciani venne condannato in primo grado a pure gastoli per i duplici omicidi commessi tutti. dal 74 all'85, ma successivamente assolto in appello. Morì prima di essere sottoposto ad un nuovo processo di appello dopo l'annullamento della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione. Pacciani, uomo di straordinaria violenza, era già stato in galera per aver ucciso l'amante di una sua fidanzata e successivamente per aver violentato le figlie. Morirà prima del nuovo processo in modo che dire misterioso è dire poco. Il giornalista Gianluca Monastria di Repubblica insieme ad Alessandro Cecioni ha scritto il libro Il mostro di Firenze. [00:14:00] Speaker G: Pietro Pacciani è sicuramente uno dei personaggi più controversi della lunga e infinita storia del mostro di Firenze. Contadino, figlio di un mezzatro, era nato a Vicchio, nel Mugello, ed ha vissuto a lungo a Mercatale, vicino a San Casciano. Vicchio, San Casciano, in pratica paesi epicentro della storia del mostro. Una storia durante la quale Pacciani è stato prima imputato, poi condannato, poi assolto fino a morire in attesa di un nuovo processo. Da ragazzo invece lui era stato condannato per aver ucciso l'amante della fidanzata e da adulto per gli abusi sulle figlie e questo ha inevitabilmente condizionato il giudizio su di lui negli anni dell'inchiesta. Anni in cui la sua figura pittoresca, il suo modo di parlare, di esprimersi, gli atteggiamenti avevano creato invece una sorta di cortocircuito con la tragedia dell'inchiesta per la quale era indagato, i 16 morti, gli anni di terrore sulle colline di Firenze. Tutto questo ha anche contribuito a dividere profondamente l'opinione pubblica e ad allontanare dalla verità. Fino a quando Pacciani non è uscito di scena e l'ha fatto in una domenica d'inverno, solo, in casa, morto in circostanze mai chiarite fino in fondo. Se vogliamo, l'ultimo grande mistero della sua vita. [00:15:15] Speaker A: Se Paciani non è stato il mostro di Firenze, sicuramente è stato un mostro. Ma al di là di quanto s'ancito dalla sentenza definitiva del 99 sulle numerose scene del crimine del mostro, non sono mai state riscontrate prove fisiche quali DNA e impronte digitali riconducibili ai compagni di merende. Ne sono state mai rintracciate l'arma da fuoco dei serial killer, così come le parti anatomiche asportate ad alcune delle sue vittime femminili. Quest'ultima riflessione ci porta ad allargare a dismisura la questione rispetto a quanto riassunto a quel punto di arrivo dall'investigatore Michele Giuttari che scrisse poi con Carlo Lucarelli il famoso compagno di sangue che risolveva la vicenda in quelle condanne e si fermava alla consapevolezza di dover ancora individuare un momento certo e soprattutto un livello superiore di possibili mandanti. E dunque il farmacista di San Casciano, Francesco Calamandrei, il medico perugino, Francesco Narducci, trovato morto nel lago Trasimeno un mese dopo l'ultimo duplice omicidio, secondo alcuni a capo della setta che reclamava fetici e secondo altri mai morto perché il cadavere nel Trasimeno non era il suo, fino alla vicenda del legionario, aveva combattuto in Indocina negli anni 50 con la legione francese Jean-Pierre Vigilanti, vissuto negli ultimi anni a Prato, persona di estrema destra, con una casa piena di reperti, ritagli di giornali e soprattutto proiettili della stessa marca di quelli usati nei delitti punzonati con la lettera H. Jean-Pierre Vigilanti è morto lo scorso gennaio all'età di 94 anni e di lui ci parla il giornalista della Nazione Stefano Brogioni, autore di Il. [00:16:58] Speaker H: Mostro nero, Giampiero Vigilante è stato l'ultimo indagato per i delitti del mostro di Firenze. Penso che dopo di lui, a quasi 40 anni di distanza dall'ultimo delitto, a 30 dal primo processo Pacciani, difficilmente ce ne saranno altri. Vigilante è scomparso nei mesi scorsi e con la sua morte resta comunque un alone di mistero rispetto al suo coinvolgimento nella storia dei delitti. Era nato nel 1930 e nel 1951 dopo aver varcato i confini a 20 miglia si arruolò nella legione straniera francese e nel 1953 combatterà in Indocina. Il suo rientro in Italia viene collocato nel 1958 e poi soltanto recentemente si scoprirà che la sua vita è stata sempre vicina alle zone dei diritti del mostro o a suo dire anche alle figure che sono state investite negli anni dalle inchieste giudiziarie da Pacciani perfino al medico perugino Narducci se mentiva, se faneticava, se sfidava gli inquirenti purtroppo questo non lo scopriremo mai penso che la sua posizione sia stata approfondita troppo in tardi Resta infatti da chiarire perché quando anche un'informativa del Sisne negli anni 80 lo indicava quale possibile mostro, egli ricevette soltanto una perquisizione nel 1985 e nulla più. Perquisizione peraltro che non era così negativa, anzi a casa della mamma a Caselle di Vicchio, territorio peraltro paese in cui lui era nato ma territorio anche battuti per due volte dal mostro a cominciare dal 1974 vigilanti custodiva i ritagli di molti duplici omicidi e curiosità proprio quello del 1974 a Sagginale quando ancora il mostro almeno nelle cronache dell'epoca non esisteva. [00:18:56] Speaker A: Un podcast può servire solo per sfiorare la punta dell'iceberg e allora soltanto per chiudere un libro per capire forse di più e che usa la letteratura, non casualmente, il romanzo per raccontare quello che forse non si potrà mai raccontare con prove certe. Si chiama Il mostro. L'autore è sorprendentemente un giovane Alessandro Ceccherini che traccia un'ipotesi molto vasta e capace di tenere insieme, se non tutto, veramente tanto. Le vicende del cosiddetto mostro di Firenze sarebbero parte di un ampio e complesso tassello della più ampia e complessa strategia dell'attenzione di ispirazione statunitense che ha squassato l'Italia dagli anni Sessanta alla caduta del muro di Berlino. Di più non è possibile dire. [00:19:46] Speaker I: La regia statunitense non è totalmente una regia, c'è un attore, diciamo, che è un personaggio statunitense, che collabora con un altro degli attori del romanzo, che è un personaggio legato ai servizi segreti italiani. E la strategia dell'attenzione è una delle piste che ho voluto approfondire con il romanzo, una delle motivazioni che guidano i personaggi. Perché questo? Perché esistono delle motivazioni molto specifiche, molto concrete. In realtà io non è che sappia con certezza che c'è stata una... non è che sappiamo in certezza chi è stato, chi sono stati a compiere ovviamente i delitti del mostro di Firenze. Si parla comunque di un'opera di finzione. E chiaramente io per quanto riguarda il lavoro sul romanzo, quello che ho dovuto fare è stato quello di cercare di assimilare più possibile la realtà al maggior grado quantitativo di realtà per quanto riguarda la vicenda e scremarla anche da tutte le convinzioni che in qualche modo con gli anni sono diventate delle delle verità quasi incontestate dalla comunità mostrologia, insomma. E quindi cercare di fare tabula rasa, di partire da zero e cercare di mettere insieme un quadro generale il più vasto possibile. Sicuramente chi conosce la vicenda non sa con certezza, non può dire con certezza quando siano iniziati, questo è un dato di fatto. anche per quanto riguarda gli omicidi canonicamente intesi, quindi non considerando i molteplici omicidi collaterali legati alla vicenda, cioè l'omicidio del 68 non è detto che sia il primo omicidio del mostro di Firenze, cioè ci sono evidenze molto forti che vengono, diciamo, rafforzate, sono state rafforzate anche ultimamente dal lavoro di ricerca molto approfondito fatto da persone che conoscono a fondo la vicenda e continuano a lavorare a fondo, virtuosamente, sulla sulla vicenda del mostro di Firenze. Non è detto che l'omicidio del 68 sia il primo omicidio, potrebbe essere sicuramente quello del 1974. Come l'omicidio del 1968 viene legato alla vicenda del mostro di Firenze dopo l'omicidio di Baccariano nel 1982 è qualcosa che, diciamo, lascia aperta la pista del cosiddetto depistaggio. Per quanto riguarda il cercare di identificare in maniera generica i possibili esecutori degli omicidi chiaramente c'è da analizzare ogni specifica scena del delitto, ogni possibile dinamica omicidiaria. Alla luce di questo pensare che Pacciani e Vanni, alla luce anche della testimonianza di Lotti che va ricordato, a processo, sono le fondamenta che sorreggono tutta l'impalcatura accusatoria contro Vanni e Pacciani. Lotti che accusa e poi finisce anche per auto accusarsi. Alla luce di tutto questo, pensare che siano stati Pacciani e Vanni a me sembra poco verosimile. Quindi, nonostante la verità giudiziaria ci sia, non per... Pacciani muore a casa, muore da uomo libero. Sarebbe sicuramente tornato in una nota di tribunale, ma muore. Vanni e Lotti arrivano in fondo a tutti e tre gradi giudizio vengono considerati colpevoli non di tutti gli omicidi mostro di firenze si parla soltanto di una parte degli omicidi quindi è di per sé parziale comunque anche la verità giudiziaria una verità giudiziaria veramente molto molto contestabile viene contestata ancora a gran voce da chi conosce la vicenda. [00:23:36] Speaker C: Poi ci sarà il signore che punirà il signor Canessa con un manascio inguaribile. No, no, no, questo non lo può fare. Io chiedo che venga espulso, eh, Presidente. Fra l'altro dobbiamo sentire un test importante. Le minacce a me mi fanno... è acqua calda. Non si fanno minacce, non si fanno minacce. L'ultima volta, dico subito, è stato ammunito, è stato allontanato, poi sarà espulso dalla laurea e non ci mette più piedi. Presidente, ha commesso un reato, secondo me. La prima parola vi riduce il lavoro e la libertà, risorleremo prima o dopo. Grazie Presidente. no no. [00:25:15] Speaker A: Cosa è successo?

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